FAQ

Per quali motivi potrei risultare non idoneo a diventare donatore o essere escluso dalla donazione?

Le cause per le quali una persona può essere valutata non idonea o sospesa sono molteplici e tutte determinate dal principio di salvaguardare la salute sia del donatore sia del ricevente.
Alcuni esempi sono:

Esclusione permanente per:

  • malattie croniche : malattie autoimmuni, cardiovascolari, del sistema nervoso centrale; neoplasie o malattie maligne, diabete insulino – dipendente;
  • alcuni tipi di malattie infettive (epatite B, C, ad eziologia indeterminata, AIDS, ecc.);
  • alcolismo cronico; assunzione di droghe; comportamenti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive;
  • tendenza anomala all’emorragia.

Esclusione temporanea per: periodi variabili da settimane ad anni.

  • Non aver avuto malattie nelle ultime due settimane anche se di lieve entità (influenza, bronchite, polmonite, herpes labiali…..)
  • Non aver assunto alcun farmaco nell’ultima settimana (antidolorifici e aspirine), nelle ultime due settimane per antibiotici o antibatterici. Si possono regolarmente assumere preparati vitaminici e pillola anticoncezionale
  • Non essere stati sottoposti ad interventi chirurgici negli ultimi 3 mesi (comunque è necessario documentare il ricovero con lettera di dimissione e/o cartella clinica). I piccoli interventi locali vengono rivalutati dal medico Portare qualsiasi documentazione di tipo sanitario precedente (cartelle cliniche per interventi pregressi, eventuali esami del sangue o strumentali eseguiti in passato….)
  • Non essere stati sottoposti ad interventi odontoiatrici negli ultimi 30 giorni (estrazioni, pulizia, ecc..).
  • Non aver subito esami endoscopici negli ultimi 4 mesi (gastroscopia, colonscopia, artroscopia, ecc..) di cui produrre comunque DOCUMENTAZIONE
  • Non aver effettuato viaggi o soggiorni in zone tropicali negli ultimi 3 mesi (6 mesi se zone malariche)
  • Non aver soggiornato nel Regno Unito per più di 6 mesi (nel TOTALE dei soggiorni) dal 1980 al 1996 e non essere stati trasfusi nel Regno Unito
  • Non avere il ciclo mestruale in corso (è consigliato lasciar trascorrere almeno 1 settimana dalla fine del ciclo)
  • Non aver avuto parti negli ultimi 12 mesi o interruzioni di gravidanza negli ultimi 6 mesi
  • Non tatuaggi, né agopuntura, né fori ai lobi, né piercing vari negli ultimi 4 mesi
  • Non aver effettuato allenamenti pesanti o sport intenso nelle 24 ore precedenti il prelievo
  • Non è indispensabile essere completamente a digiuno, è possibile assumere caffè o the’ moderatamente zuccherati ed eventualmente mangiare qualche biscotto secco o fetta biscottata; l’importante è non aver fatto colazione con cibi grassi,dolciumi, latte o altri prodotti da esso derivati

Inoltre per condizioni legate alla visita (per esempio valori di pressione arteriosa troppo alti o bassi) o agli esami effettuati (esempi, valori di emoglobina o ferro bassi,esami del fegato elevati, positività dei marcatori virali, ecc.), ed eventualmente altro a giudizio del medico.

Donare sangue è dannoso per la salute?

Grazie all’accurata selezione per un adulto sano la donazione di sangue non comporta alcun rischio.
Esistono precise disposizioni che regolano la raccolta del sangue:  la quantità del sangue che viene prelevata mediamente ad ogni prelievo è minima ed è stabilita per legge in 450 centimetri cubi +/- 10%.
Tra una donazione di sangue intero e l’altra devono trascorrere almeno 90 giorni.
La frequenza annua delle donazioni non deve essere superiore a 4 nell’uomo e a 2 nelle donne in età fertile.
I controlli e le visite periodiche effettuate a ciascun donatore prima di ogni donazione sono uno strumento di medicina preventiva, a tutela dello stato di salute generale del donatore.

Per le donne (già soggette alla perdite mestruali) donare sangue non è dannoso?

La donazione di sangue per le donne  non ha alcuna controindicazione. Tuttavia in virtù delle perdite legate alle mestruazioni le donne in età fertile possono effettuare solo un massimo di due donazioni di sangue intero l’anno. Il monitoraggio costante della emoglobina, effettuata prima di ogni donazione, e del ferro, tutelano la salute delle donatrici.
Le donne risultano essere particolarmente “adatte” alla donazione di plasma in aferesi che non incide assolutamente sui globuli rossi ed il ferro.

Bisogna essere a digiuno per donare sangue?

Il mattino del prelievo è preferibile essere a digiuno o aver fatto una colazione leggera a base di frutta fresca o spremute, thè o caffè poco zuccherati, pane non condito o altri carboidrati.

Le donne che hanno in corso una terapia anticoncezionale non devono sospenderne l’assunzione quotidiana.

La privacy dei risultati delle mie analisi è garantita?

Il segreto medico e la legge sulla “Privacy”, che individua le “figure” responsabili al trattamento dei dati in questione assicura la massima discrezionalità e segretezza di tutti gli aspetti sanitari e dei risultati delle analisi effettuate.

Perché i donatori AVIS sono definiti "periodici"?

Perché l’obiettivo primario e fondamentale è la SICUREZZA 
L’attività di AVIS è finalizzata a promuovere una donazione “sicura” del sangue e a rispondere efficacemente alle esigenze dei bisogni mirati e quindi programmati dei Servizi Trasfusionali, in funzione dell’obiettivo della “sicurezza”. L’AVIS annovera tra le proprie file solo donatori periodici cioè donatori che ad intervalli regolari si recano presso le strutture trasfusionali per donare il loro sangue.
A differenza dei donatori occasionali i donatori periodici sono molto controllati dal punto di vista medico, vengono costantemente sottoposti ad un’accurata visita e ad attenti controlli sul loro sangue e poiché la loro scelta di donare è libera, non condizionata da altri fattori come quelli emozionali, risultano molto più affidabili dei donatori occasionali. I donatori Avis sono inoltre anonimi, volontari non retribuiti, responsabili.
Il ricorso ai donatori periodici consente inoltre:

  • maggiore programmazione della raccolta del sangue
  • massima sicurezza possibile
  • possibile “conversione” dalla donazione tradizionale di sangue intero a quella differenziata mediante aferesi
  • gestione anche delle situazioni di urgenze – emergenze
  • di effettuare educazione sanitaria e promozione della salute
Donando periodicamente, non corro il rischio di assuefarmi alla donazione, per cui alla fine donare diventa una necessità?

La donazione periodica non implica nessun processo di assuefazione nel senso scientifico del termine, ove per assuefazione si intende l’impossibilità di rinunciare alla pratica di determinati comportamenti (vedi assunzione di droghe), assumendo il termine, in questo caso, una connotazione negativa, che porti un danneggiamento psico-fisico per la persona. Nel caso della donazione di sangue esiste una regola di periodicità per garantire la sicurezza del sangue donato. Se la conseguenza a compiere questo atto di estrema solidarietà può essere quello di ripeterlo a scadenze regolari, questo non potrà che farci sentire meglio nel senso della gratificazione che si può provare nell’aiuto dato gratuitamente a qualcuno, avendo recuperato un valore umano prezioso.

Che cos’è l'autotrasfusione?

L’autotrasfusione è una procedura trasfusionale che consiste nel trasfondere al soggetto unità del suo stesso sangue e si realizza con una delle seguenti modalità:

  • predeposito
  • recupero perioperatorio
  • emodiluizione normovolemica

Il metodo più utilizzato è il predeposito, una tecnica trasfusionale con la quale si preleva il sangue dal donatore che sarà anche ricevente, per compensare le perdite di sangue che si possono verificare nel corso di interventi chirurgici programmati.
Alcuni giorni prima dell’intervento vengono prelevate unità di sangue dal paziente, in fasi successive, fino a raggiungere la quantità prevedibilmente necessaria, in modo da consentirne l’eventuale utilizzo durante l’intervento operatorio o nel post-intervento.

I principali vantaggi dell’autotrasfusione sono:

  • eliminazione delle reazioni di incompatibilità
  • eliminazione del rischio di trasmissione di malattie infettive
  • riduzione del rischio di immunizzazione da antigeni diversi, con possibili manifestazioni a distanza
  • risparmio di sangue
Quali sono le fonti di finanziamento di AVIS?

L’AVIS è una associazione di volontari: nessun socio impegnato nell’associazione a qualunque titolo e con qualunque funzione, percepisce compensi. Sono stipendiati invece i dipendenti che svolgono un lavoro permanente nell’associazione.
L’Avis sostiene economicamente la propria azione (spese per la promozione della donazione, per l’invio dei donatori alle strutture Trasfusionali e/o per la raccolta diretta delle unità di sangue, ecc.) con i rimborsi, stabiliti da un decreto ministeriale ed erogati, per convenzione, dalle Aziende Sanitarie e/o Ospedaliere.
Altre fonti di finanziamento sono costituite da contributi di Enti Locali e donazioni private.
Come previsto dalla legge sul Volontariato n. 266/91, tutti i volontari sono assicurati.

Quali vantaggi ho ad iscrivermi all‘AVIS?

Un nostro slogan recita “donare sangue: una scelta per gli altri, una scelta per se stessi“. A livello individuale si ha la gratificazione morale di concorrere alla soluzione di un grave problema e l’orgoglio di appartenere ad una componente attiva del volontariato socio-sanitario, decisiva per la costruzione del sistema trasfusionale. Inoltre, donare regolarmente sangue garantisce al donatore un controllo costante del proprio stato di salute attraverso visite mediche ed accurati esami di laboratorio, eseguiti ad ogni prelievo.

Ogni anno sento parlare di carenza estiva, ma non ci pensano i donatori?

La carenza di sangue nei mesi estivi è purtroppo un dato di fatto: in Italia in questi mesi, ma sempre più anche nel corso dell’intero anno, si rilevano forti diminuzioni nella raccolta di sangue mentre il bisogno di emocomponenti rimane stabileLa partenza per le vacanze contribuisce a interrompere i consueti flussi di raccolta.
E’ necessario quindi disporre di un adeguato numero di donatori periodici sui quali poter contare tutto l’anno, festività e vacanze comprese.
Per questa ragione AVIS, da anni ha avviato un’attività di sensibilizzazione per cercare di garantire l’afflusso dei donatori a intervalli regolari presso le strutture trasfusionali, e ridurre il ricorso alle donazioni occasionali e sostitutive.

È vero che la carenza di sangue minaccia l’applicazione della legge sui trapianti?

La nuova legge sulla donazione degli organi riconosce che, in mancanza di dichiarazione contraria, tutti i cittadini italiani sono potenziali donatori. Il numero di trapianti sull’intero territorio nazionale dovrebbe così incrementare. Ma questa legge potrebbe non produrre i risultati sperati se in Italia non aumenteranno le donazioni di sangue e non sarà potenziata la rete trasfusionale pubblica. E’ gravissimo che la carenza di sangue minacci l’effettiva applicazione di questa legge. La disponibilità all’espianto tenderà a crescere in maniera progressiva, ma è prevedibile che troverà difficoltà scontrandosi con la mancanza di scorte necessarie a fronteggiare l’aumento degli interventi chirurgici di trapianto.

Qual è il rapporto tra donazione di sangue e rischio di infezioni da malattie virali?
La trasfusione di sangue è un mezzo terapeutico indispensabile, ma non a rischio zero. Attraverso il sangue possono essere infatti trasferiti, dal donatore al ricevente, agenti biologici come i virus delle epatiti virali di tipo B e C, e il virus HIV responsabile dell’AIDS. Per la trasfusione di sangue intero o di emocomponenti, la qualità e la sicurezza dei prodotti dipendono essenzialmente dall’accurata selezione dei donatori, dal loro controllo, dall’esecuzione dei test più sensibili per individuare le patologie trasmissibili, dal buon uso del sangue e dagli standard di sicurezza di cui il servizio trasfusionale è dotato.
Per la trasfusione di emoderivati sono molto importanti altri fattori (la provenienza del plasma e i procedimenti impiegati dall’industria sia per la produzione di emoderivati che per l’inattivazione virale degli stessi (high driver, solventi, detergenti).
L’uso di sangue a pagamento, oltre che per problemi etici, deve essere rifiutato perché aumenta il rischio trasfusionale;
in Italia è perseguibile per legge in base all’art. 17 L. 107/90. Il rischio è più basso laddove il prelievo venga effettuato su popolazioni controllate, in centri igienicamente sicuri e con tecnologie adeguate (Direttive del Consiglio d’Europa).